Le grandi imprese del
Sindaco Poeta
Enrico Hullweck
raccontate in versi a edificazione di grandi e piccini da Fritz il Gatto III episodio: Una fonte d’ispirazione |
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1.
Giunto è maggio e la Natura caldo e sete a tutti offre ma è dell’anima l’arsura per cui il Vate tanto soffre. Fermo è il calamo ed il foglio langue triste e immacolato, e non serve (“Forte voglio!”) come Alfieri star legato. |
2.
Dei poeti in biblioteca sfiora languido i volumi ma nessun conforto arreca ritrovarsi tra quei Lumi che pur tanto sente affini. “Se la vena è ormai sì grama mai potrò quel tal Bandini (1) superare nella fama!” |
3.
È difficile comporre quando tace ispirazione, e il pensiero indietro corre ai bei dì dell’elezione: nell’ardore del cimento prendea il volo la Sua biro, ma quell’aquila nel vento ora è un torpido tapiro. |
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4.
Nel calor pomeridiano, sudaticcio nell’alcova, si tormenta Enrico invano: quel ch’ha perso più non trova. “Certo è colpa del mio impegno nel governo di quest’urbe, giacché brucian ogni ingegno del comando l’aspre turbe. |
5.
Ci vorrebbe un grande evento per destar l’estro assopito, un fatal accadimento che coi versi muti in mito. Potrei far come Nerone, e l’incendio di Vicenza porterebbe ispirazione e ristoro alla mia scienza!” |
6.
Al pensier segue l’azione, e già Enrico andrebbe al sodo, ma un sussulto di ragione lo trattiene in qualche modo: “Ahimè temo che Vicenza, il gran fuoco messo in atto, quel ch’è artistica esigenza scambierebbe per misfatto.” |
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7.
Nella sera calda e afosa irrequieto e senza meta l’andatura faticosa vaga il Sindaco Poeta, finché giunge in via Giuriolo: (2) quella strada tra due fiumi capitar sembra a fagiolo per sgombrar dal capo i fumi. |
8.
Saran gli alberi fronzuti, sarà l’acqua verde e calma ma ritornan vispi e acuti i suoi sensi e desta l’alma: “Questi rii, quest’acqua pura, son lo stimolo che invoco: nel goder di tal frescura riarde in me l’antico fuoco!” |
9.
Così pensa, e in quel momento trafelato giunge un messo: “Signor Sindaco, un lamento s’alza atroce da ogni cesso dello Stadio nei quartieri: per un morbo misterioso (3) molti berici sfinteri non conoscon più riposo!” |
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10.
Pur restio, dover l’impone, leva Hullwèck la Bic dal blocco in cui i versi suoi compone: “Questo rio stafilococco forse ha origine dal latte? Certo tutto è andato a male, per le troppe malefatte, all’Aiemme (4) e alla Centrale!” |
11.
“È nell’acqua la cagione di quest’ultima vergogna: quell’improvvida gestione l’acquedotto cangiò in fogna!” Ripiombar si sente il Vate nella crisi più profonda e in quell’acque avvelenate la sua arte ancora affonda! |
12.
Getta il calamo avvilito, volge a casa il mesto passo. Là, il suo pianto seppellito nel calor del materasso, il suo estro, ormai riperso nell’oblio in cui già giacque, gli martella in testa un verso: “Chiare, fresche e dolci acque�” |
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NOTE
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